La Terapia Sistemico Relazionale
Secondo la teoria Sistemico-Relazionale il comportamento dell’individuo, non può essere considerato come qualcosa di slegato dal suo contesto di appartenenza (sistema) e dall'insieme di relazioni in cui esso si manifesta.
Cosa significa tutto questo?
Facciamo ora un esempio clinico
un paziente arriva in studio e ci racconta di essere sempre triste, incapace di essere felice.
Molti pazienti con sintomatologia depressiva potrebbero portarci un vissuto simile e
Vista così la situazione potrebbe sembrare paralizzante e senza via di uscita.
Proviamo ora a ricondurla ad contesto:
Da quanto tempo il paziente è triste?
Ci sono situazioni in cui si sente più triste?
Gli è mai capitato di non sentirsi triste? Quando?
E' triste con tutti allo stesso modo?
Aggiungere queste informazioni alla situazione portata dal nostro paziente immaginario potrebbe esserci utile?
Tutti i soggetti depressi risponderebbero allo stesso modo a queste domande?
Non penso. Ognuno ci racconterebbe una storia differente, la propria storia, il proprio particolare modo di essere tristi e anche di non esserlo.
Ovviamente dovremmo conoscere molte più specificità e non basterebbero poche domande a cogliere la complessità del caso, ma dettagliare il contesto in cui la sintomatologia si manifesta o non si manifesta ci darà certamente materiale per formulare delle ipotesi che possano essere utili ad aiutare il paziente che si è rivolto a noi.
In breve:
La sofferenza psicologica può sembrare ad un primo sguardo qualcosa di inspiegabile ma anch’essa può risultare meno incomprensibile se considerata all’interno del proprio contesto di riferimento.
Cogliere la complessità del sistema di appartenenza e connettere ad esso i significati dei comportamenti disfunzionali è uno degli obiettivi della psicoterapia ad indirizzo sistemico relazionale e rappresenta il primo passo per l’acquisizione di nuove possibilità di azione ed il raggiungimento di un maggior benessere.
Oltre al fatto che la terapia sistemica può risultare molto efficace nel trattamento della sofferenza psicologica e relazionale, ci sono alcuni principi cardine che mi hanno fatto innamorare del modello sistemico e in modo più specifico del Milan Approach seguito dalla Scuola di Milano.
La persona in primo piano: vedere sempre l’uomo prima della patologia. Il paziente, la coppia o la famiglia sono sempre riconosciuti come competenti e il terapeuta può essere considerato un collaboratore esperto in cui il rapporto umano rimane privilegiato.
Complessità e curiosità: La curiosità per l’atro deve essere sempre viva e coltivata senza la pretesa di ridurre e appiattire la complessità del proprio interlocutore sulla base delle proprie ipotesi o teorie.
L’amore per le ipotesi: non tanto la ricerca di una verità imposta dall’alto, piuttosto di ipotesi che possano essere utili ai pazienti in un determinato momento.
Per chi volesse sapere di più della psicoterapia sistemico relazionale:
https://www.stateofmind.it/tag/psicoterapia-sistemico-relazionale/
Per chi fosse interessato ad approfondire il modello teorico del Milan Approach seguito dalla scuola di psicoterapia in cui mi sono formata e in cui attualmente affianco la didattica: